La rigenerazione urbana è un concetto di cui si sente parlare sempre più spesso: volendone banalmente dare una definizione da vocabolario potremmo presentarla come un complesso sistema di interventi volti a rinnovare uno spazio urbano a livello di infrastrutture, edifici, servizi, e riqualificare così il tessuto della città anche a livello di coesione sociale.
Quando si parla di rigenerazione quindi non si fa riferimento alla semplice ricostruzione di un singolo edificio fatiscente, o a un progetto qualsiasi di riqualificazione del quartiere. L’obiettivo parte da ben più lontano e abbraccia l’idea di restituire alle città una dimensione più sostenibile, a misura d’uomo; una sfida lanciata contro la logica del consumo del suolo edificabile, della costruzione frenetica priva di pianificazione, e volta alla ricostruzione di complessi di edifici – se non di intere aree urbane – attraverso una diversa gestione degli spazi. Una progettazione a lungo termine, su più livelli, dalla viabilità all’efficienza energetica, dalla messa in sicurezza delle strutture sino al miglioramento della qualità di vita. La rigenerazione urbana va intesa in ultima istanza come un adattamento all’evolversi delle esigenze sociali dentro la dimensione della città, grazie all’impiego intelligente delle risorse .
Intanto le Regioni, anche se a velocità diverse, si stanno muovendo all’interno dei propri limiti di competenza per aggiornare il quadro legislativo oggi in vigore. Inoltre, associazioni e ordini professionali stanno promuovendo iniziative di vario tipo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento.
È indispensabile infatti che i soggetti pubblici creino le condizioni – normative, economiche, culturali – entro cui i privati siano incentivati a partecipare e creare opportunità; è proprio questo, in conclusione, l’obiettivo della rigenerazione urbana: innescare un circolo virtuoso che coinvolga tutti i soggetti nel rendere le nostre città più funzionali, più sostenibili, più sicure e più belle.